Luigi Lucheni (Roma, 22 aprile 1873 – Ginevra, 16 novembre 1910) è stato un anarchico italiano, noto per aver assassinato l'imperatrice Elisabetta d'Austria, popolarmente conosciuta come Sissi.
Lucheni nacque in condizioni di estrema povertà e fu abbandonato in orfanotrofio. Trascorse un'infanzia e una giovinezza difficili, svolgendo diversi lavori manuali e subendo maltrattamenti. Queste esperienze contribuirono a formare le sue convinzioni politiche radicali.
L'Assassinio dell'Imperatrice Elisabetta:
Nel 1898, Lucheni si trovava a Ginevra con l'intenzione di assassinare un membro di una famiglia reale per dimostrare la sua fede anarchica. Inizialmente, il suo obiettivo era il principe Enrico d'Orléans. Tuttavia, quando apprese che Elisabetta d'Austria era in incognito a Ginevra, decise di assassinarla. Il 10 settembre 1898, Lucheni aggredì Elisabetta con una lima affilata al cuore mentre passeggiava sul lungolago di Ginevra. L'imperatrice morì poco dopo. Questo evento scosse l'Europa e rese Lucheni una figura tristemente famosa.
Ideologia e Motivi:
Lucheni si definiva un anarchico, ma le sue motivazioni erano complesse e probabilmente influenzate dalla sua esperienza personale di miseria e ingiustizia. Voleva colpire una figura simbolo dell'aristocrazia e della disuguaglianza sociale. Affermò di aver agito da solo e di non appartenere a nessuna organizzazione anarchica specifica. Puoi trovare maggiori informazioni sull'argomento anarchismo.
Il Processo e la Morte:
Dopo l'arresto, Lucheni fu processato e condannato all'ergastolo, poiché la pena di morte era stata abolita nel cantone di Ginevra. Durante il processo, rivendicò con orgoglio il suo gesto, affermando di aver compiuto un atto di giustizia sociale. Trascorse i suoi ultimi anni in prigione, dove continuò a esprimere le sue idee anarchiche. Nel 1910, all'età di 37 anni, si suicidò impiccandosi nella sua cella. Alcune teorie suggeriscono che Lucheni possa essere stato influenzato o manipolato da altri, ma non ci sono prove definitive a supporto di queste affermazioni. Il suo gesto rimane un esempio controverso di violenza politica.
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